VICENZA Ricordano, da anni, la morte di Benito Mussolini. Ogni 28 aprile organizzano una messa in memoria e per l’occasione chiamano a Vicenza un prete lefebvriano. Ma quest’anno, a 72 anni da quella morte, non sarà così. Il Comune ha imposto il suo diktat e dunque per volere dell’amministrazione la messa in ricordo della morte del Duce al cimitero maggiore non si terrà. Con buona pace dell’associazione «Famiglie caduti e dispersi Rsi (Repubblica sociale italiana, ndr)» che ne aveva fatto richiesta a Palazzo Trissino. Ma la risposta della giunta, espressa in modo formale in una decisione ratificata il 4 aprile scorso, è categorica:
«La giunta - si legge - esprime parere negativo in quanto si ritiene inopportuno svolgere una manifestazione di questo tipo in uno spazio pubblico comunale ». Lo spazio pubblico comunale a cui fa riferimento il documento del Comune è il cimitero di viale Trieste: è lì che ogni 28 aprile il «Raggruppamento nazionale combattenti e reduci Rsi - Continuità ideale » - sigla vicentina di un gruppo che riunisce un centinaio di nostalgici in tutta la provincia - si ritrova per celebrare una messa in ricordo del Duce, nell’anniversario della sua morte. La funzione è celebrata dal parroco lefebvriano don Floriano Abrahamowicz e spesso è preceduta da un necrologio, che l’associazione pubblica nei quotidiani locali e che in passato non ha mancato di suscitare polemiche da parte di forze e partiti di sinistra. Tuttavia quello della messa è un rito che si svolge da tempo, seppure non senza ostacoli.
«Celebriamo una messa dagli anni Sessanta - dichiara il presidente provinciale dell’associazione, Luigi Tosin - ma nell’ultimo periodo siamo stati sfrattati da molti luoghi». In principio, infatti, ad ospitare i nostalgici fu la chiesa di San Lorenzo. Poi da lì - «a causa di alcune polemiche» sostiene Tosin - il gruppo si dovette spostare alla chiesa dei Servi di Maria, in piazza Biade, dove rimase per molti anni, fino al diktat arrivato della Curia di Vicenza: «Qualche anno fa - racconta il presidente dell’associazione - il parroco ci chiamò poco prima della funzione religiosa per dirci che non avremmo potuto celebrare in quel luogo né in quell’occasione né più avanti». Dunque, le chiese diventarono off-limits e l’associazione decise di ripiegare sul cimitero Maggiore, spazio comunale dove da almeno dal 2011 ogni anno si organizza la cerimonia.
Lo scorso anno non fu celebrata la messa «per ritardi nella presentazione dei documenti in Comune» fanno sapere gli organizzatori, quest’anno invece l’ostacolo è rappresentato dalle imposizioni di Palazzo Trissino, che ha deciso di non mettere a disposizione il cimitero al gruppo di nostalgici. Da parte sua l’amministrazione alza la barriera delle regole: «Negli anni scorsi la manifestazione non veniva neppure autorizzata - dichiara l’assessore alla Semplificazione, Filippo Zanetti - gli organizzatori informavano solo gli uffici ». Ma i pasionari non demordono: «Celebreremo un rosario di fronte al cimitero - annuncia Tosin - quello è uno spazio pubblico e non ce lo possono vietare. Ci sarà don Abrahamowicz e abbiamo già informato tutte le autorità».
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